VOGLIO DORMIRE CON TE

Un film di Mattia Colombo
Italia, 2015, 75′

Con Roberto Caruso, Silvia Santoni, Stefano Montagnana, Gabriele De Risi, Paolo Longhi, Michele Denaro, Simona Colombo, Rolando Colombo, Luca Acerbis, Alessandra Locatelli
Sceneggiatura: Mattia Colombo, Valentina Cicogna
Fotografia: Jacopo Loiodice
Montaggio: Valentina Cicogna, Veronica Scotti
Musica: Nest (OTTO Totland & Huw Roberts) e Deaf Center (OTTO Totland & Erik Skodvin)
Produzione: Start, The Kingdom
Distribuzione:

Premi e Festival: Trieste FF (premio Corso Salani), Cinéma du Réel, Biografilm

V.O. italiano

 

Roberto e Silvia, Gabriele e Steve, Paolo e Michele sono tre coppie che nel film si mettono a nudo per condividere le esperienze più intime, raccontare la crisi e l’individualismo, la paura di amare e la scoperta di nuovi modi per stare insieme. Nel film entrano anche le storie di Alessandra, che inscatola un passato, e di Luca, che si proietta in un futuro. E se questi sono i personaggi attraverso i quali si snoda il percorso del film, è invece l’inossidabile coppia dei genitori del regista, Simona e Rolando, modello scomodo d’integrità morale e di una pragmatica difficile da replicare, la sponda dalla quale il viaggio comincia.

 

«Voglio dormire con te è un documentario in cui la sfera intima e quella pubblica si sfiorano e gli spazi privati delle stanze da letto diventano cassa di risonanza delle incertezze che mi piacerebbe condividere con gli spettatori, nella speranza di poter parlare anche di loro. L’idea del film nasce da un bisogno personale, ma incontra nel dramma delle singole storie il contesto precario in cui viviamo e, attraverso il tema delle relazioni, cerca di raccontare una generazione esclusa dalla sicurezza, dalla fiducia verso le cose future, dalla progettazione a lungo termine.» – Mattia Colombo

 

«Grazie al sistematico confluire delle situazioni e dei personaggi, Voglio dormire con te diventa un racconto corale che testimonia la precarietà e temporaneità dell’amore al giorno d’oggi, dovute all’incertezza verso il futuro e ad un individualismo pressante. La ricerca sulla fragilità dei rapporti sentimentali appare insolubile ma non per questo vana, poiché proprio attraverso lo sguardo sugli altri il regista (e lo spettatore con lui) riesce ad intravedere, come in uno specchio, il riflesso di sé e delle proprie storie passati, che lo aiutano ad acquisire un più elevato grado di autoconsapevolezza.» – Marco Cipollini, cinemaitaliano.info

 

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