VEDOZERO

Un film di Andrea Caccia
ITALIA, 2009, 77′

Con gli studenti del Liceo Scientifico “E.Majorana” di Rho, Liceo della Comunicazione “Maddalena di Canossa” di Monza, I.I.S. “V.Floriani” di Vimercate
Fotografia: Massimo Schiavon
Montaggio: Cristian Dondi
Organizzazione: Stefano Maiocchi
Produzione e Distribuzione: Roadmovie

Premi e Festival: IFF Rotterdam, Pesaro FF

V.O. italiano

 

70 adolescenti. 70 telefoni cellulari. Per raccontare i diciotto anni dal proprio punto di vista. 70 realtà diverse, più o meno complicate, più o meno connesse, più o meno sfuggenti. Un film che le raccoglie. Un ritratto generazionale senza protagonisti, se non l’adolescenza stessa. Vedozero è lo “sbattimento” della scuola, le gioie e le paranoie, lo “sballo” artificiale e quello naturale, il culto degli amici, la famiglia mai scontata. È il fidanzato che non arriva mai, le serate vuote, le fughe dalla classe, gli slalom in skateboard, il dramma della patente, i sogni al luna park, la filosofia sull’altalena e i jeans nuovi che fanno un bel culo. E infine, è una domanda: sarà questa l’età più bella?

 

«L’idea di Vedozero nasce dopo un decennio di esperienze maturate in ambito scolastico e cinematografico, con l’intento di realizzare un film sul mondo degli adolescenti, fatto dagli adolescenti. Con pochi centimetri quadrati di circuiti elettronici – un cellulare – da utilizzare come diario personale. Da riempire di visioni, di emozioni… di vita. Un progetto che è espressione di libertà. Un film in equilibrio sulla corda tesa della realtà. Per ricominciare a vedere. Da zero.» – Andrea Caccia

 

«È piuttosto difficile riassumere la trama del film, anche se dura solo 77 minuti. Ci sono dei momenti ricorrenti […] e ci sono dei “personaggi” riconoscibili […] ma in generale il film procede per accumulo di volti e di situazioni secondo una logica che verrebbe da definire non di causa-effetto ma di affinità […]. Ci sono naturalmente dei luoghi che tornano con maggior frequenza di altri, come la scuola, i posti dove i ragazzi si danno appuntamento, le camerette dei vari studenti. Ma ogni tanto ci sono degli squarci visivi che rompono l’omogeneità della materia e aprono il film all’improvviso, regalandogli una spontaneità preziosa.» – Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

 

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