THE CONNECTION

Un film di Shirley Clarke
Stati Uniti, 1961, 103′

Con Warren Finnerty, Garry Goodrow, James Anderson, Carl Lee, William Bedfield, Freddie Redd, Jackie McLean 
Soggetto e Sceneggiatura: Jack Gelber
Fotografia: Arthur J. Ornitz 
Montaggio: Shirley Clarke 
Musica: Freddie Redd 
Produzione: The Connection Company
Distribuzione internazionale: Milestone Films
Distribuzione italiana: Reading Bloom

Premi e Festival: Cannes FF (premio della critica), Berlinale

Restauro: UCLA Film & Television Archive, con il supporto di The Film Foundation. Supervisore del restauro: Ross Lipman

V.O. inglese, sottotitoli in italiano

 

Lungometraggio d’esordio di una delle filmmaker più influenti del New American Cinema, The Connection è considerato oggi una pietra miliare del cinema indipendente; eppure all’epoca ebbe vita travagliata. Acclamato al Festival di Cannes nel 1961, dove vinse il Premio della Critica, fu censurato negli Stati Uniti per linguaggio “osceno”. Tuttavia, come affermò Judith Malina, che con il Living Theatre mise in scena la pièce di Jack Gelber a Off-Broadway nel 1959, “The Connection non è uno spettacolo sulla droga, ma sul senso di angoscia e di dipendenza che appartiene a tutti”. Nell’adattamento di Shirley Clarke un gruppo di eroinomani, tra cui un quartetto di talentuosi jazzisti, attendono l’arrivo del ‘contatto’ in un appartamento del Greenwich Village. Nel frattempo un regista e un cameraman tentano di girare un documentario “onesto e umano” sulla vita dei tossici.

 

«Per anni mi sono sentita un’emarginata, perciò mi identificavo con i problemi delle minoranze. Pensavo fosse più importante essere una specie di dannato tossico alienato piuttosto che una donna alienata che non si sente parte del mondo e vorrebbe esserlo.» – Shirley Clarke

 

«Ora, ragionate solo un attimo: sapete veramente di cosa parlate, conoscete veramente il significato di parole come ‘squallido’, ‘offensivo’, ‘bislacco’, ‘grossolano’, ‘morboso’, ‘volgare’, ‘scadente’, ‘sordido’, ‘sgradevole’? Vi ho visti, seduti nelle salette in occasione delle anteprime, ho visto le vostre facce e spesso mi sono chiesto: sono queste le persone che dicono all’America cosa deve e cosa non deve vedere? Sono queste le persone che pronunciano la sentenza in materia di bellezza e di verità?» – Jonas Mekas

«Una pietra miliare del cinema indipendente americano, uno dei film più fedeli e penetranti sul jazz mai realizzati.» – The New Yorker

 

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