Morto Stalin, se ne fa un altro

Un film di Armando Iannucci
REGNO UNITO/BELGIO, 2017, 106′

Titolo originale: The Death of Stalin.
Con Steve Buscemi, Michael Palin, Jeffrey Tambor, Jason Isaacs, Simon Russell Beale, Olga Kurylenko, Paddy Considine
Soggetto: Fabien Nury, Thierry Robin
Sceneggiatura: Armando Iannucci, David Schneider, Ian Martin, Peter Fellows
Fotografia: Zac Nicholson
Montaggio: Peter Lambert
Musica: Christopher Willis
Produzione: Quad Productions, Main Journey, Gaumont
Distribuzione: I Wonder Pictures

Premi e Festival: European Film Awards (Miglior commedia europea), British Academy Film Awards, Toronto IFF, Torino FF (Premio Fipresci, Premio Achille Valdata, Premio Scuola Holden)

V.O. inglese, sottotitoli in italiano

 

Nella notte del 2 marzo 1953, un uomo sta morendo. Non si tratta di un uomo qualunque: è un tiranno, un macellaio, un dittatore. È Joseph Stalin, Segretario Generale dell’Unione Sovietica. È lì che soffre, si contorce, sta per tirare le cuoia… e se ti giochi bene le tue carte, il suo successore potresti essere tu! Dal genio di Armando Iannucci (The Thick of It, In the Loop, Veep) una travolgente commedia nera, una satira sul potere e il totalitarismo con un prestigioso cast internazionale che include Steve Buscemi, Olga Kurylenko, Michael Palin e Jeffrey Tambor. Liberamente ispirata all’omonima graphic novel di Fabien Nury e Thierry Robins pubblicata in Italia da Mondadori.

 

«Cercavo una storia di finzione. Dopo aver letto la graphic novel originale mi sono detto: perché fare finzione quando la realtà può essere tanto assurda quanto terrificante e drammatica? E attuale anche. Volevo che il pubblico si sentisse nel pieno della tensione. Non volevo disturbare troppo gli spettatori, ma volevo provocare comunque una sensazione di disagio. Stavo cercando di ricreare le sensazioni di quell’epoca: un periodo in cui dovevi stare attento a qualunque cosa facessi o dicessi. Questi personaggi sono mostruosi. Ma è importante ricordare che sono umani. Non si tratta di cattivi descritti in maniera esagerata. Ecco dunque un gruppo di persone che fanno compromessi per rimanere vivi alla fine della giornata. Compiono azioni mostruose, ma sono convinti di aver fatto la cosa giusta.» – Armando Iannucci

 

«Il film di Iannucci, tratto dalla graphic novel di Fabien Nury e Thierry Robin, è un affresco incisivo, che fa riflettere anche sul marcio delle democrazie occidentali. Il regista scozzese segue la scia del suo In The Loop, una sferzata sarcastica sulla guerra in Iraq, e dopo aver attaccato il capitalismo vola dall’altra parte del mondo per affrontare il comunismo. La sua arma è una sceneggiatura quasi teatrale, ambientata nei saloni sfarzosi e negli angoli più bui, dove nessuno può sentire i sussurri dei congiurati.» – Gian Luca Pisacane, cinematografo.it

 

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