L’UNIONE FALLA FORSE

Un film di Fabio Leli
Italia, 2019, 107′

Con Eleonora Magnifico, Michele Ciavarella Voce narrante di Italia Aiuola
Sceneggiatura: Fabio Leli
Fotografia: Armando Avolio, Fabio Leli
Montaggio: Fabio Leli, Armando Avolio
Musica: Alfredo Colella, Luce Montrone, Rosa Cavalieri
Produzione: Human Tree
Distribuzione: Effecinematografica

Premi e Festival: Festival International du Film Gay et Lesbien de Grenoble, Lovers FF

V.O. italiano

 

5 giugno 2016. In Italia vengono introdotte le unioni civili. Una legge attesa da trent’anni che ha permesso alle coppie omosessuali di poter istituzionalizzare il proprio amore. Ma che allo stesso tempo ha risvegliato nel Paese sentimenti omofobi che sembravano ormai superati e che invece, spinti dall’associazionismo cattolico, hanno tagliato dalla legge la possibilità di adozione e l’obbligo di fedeltà per i partner. A distanza di tre anni, questi sentimenti sembrano crescere insieme al numero di coppie unite civilmente.

 

«L’esigenza di realizzare L´unione falla forse nasce dal bisogno di comprendere l’evoluzione esponenziale (o involuzione, a seconda dei punti di vista) di alcuni movimenti associativi che attraverso manifestazioni, spazi mediatici, campagne sui social network e varie pubblicazioni, urlano al mondo intero la loro preoccupazione per l´incolumità della famiglia eterosessuale e dei bambini, a causa delle unioni omosessuali. Essendo membro di una famiglia eterosessuale, non riuscivo a comprendere come il riconoscimento giuridico dell´unione di due persone dello stesso sesso, avrebbe potuto mettere in pericolo me e l’incolumità della mia famiglia, nonché la mia eventuale futura progenie.» – Fabio Leli

 

«Fabio Leli ha cercato l’oggettività affinché lo spettatore possa farsi una propria idea a riguardo dei temi trattati. Anche se è così comunicativo il paragone, che la scelta interpretativa sembra evidente. L’Italia che vediamo in L’unione falla forse ha paura del diverso, tanto da non saperlo accettare, tanto che in alcuni comuni le coppie omosessuali non vengono sposate e sono messe nella condizione di trasferirsi.» – Federica Guzzon, Cinematographe.it

«Il film accosta scene dalla banale vita quotidiana di due famiglie arcobaleno alle dissertazioni biliose, sprezzanti, via via più farneticanti di oppositori più o meno celebri. Che si arrampicano su specchi di falsità pseudomediche o su brani del Vangelo per propagandare omofobia e censurare persone e famiglie che esistono, eccome.» – Alice Cucchetti, Film Tv

 

 

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