Il pianeta in Mare

UN FILM DI ANDREA SEGRE
ITALIA, 2019, 96′

Con Amim Kayum, Mattia Gobbo, Nicoletta Zago, Lucio Sabbadin, Giulio Marcon, Marco Dalla Libera, Violetta Bovo, Marian Erimia, Constantin Voda, Mass Fall, Enrico Vian
Soggetto: Andrea Segre, Gianfranco Bettin
Fotografia: Matteo Calore
Montaggio: Chiara Russo
Musiche: Sergio Marchesini
Produzione: ZaLab, Rai Cinema
Distribuzione: ZaLab, Istituto LUCE

Premi e Festival: Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

V.O. italiano

 

Entrare nel pianeta industriale di Marghera, cuore meccanico della Laguna di Venezia, che da cento anni non smette di pulsare: un mondo in bilico tra il suo ingombrante passato e il suo futuro incerto, dove lavorano operai di oltre 60 nazionalità diverse. Perdersi e stupirsi in luoghi mai raggiunti prima, come il ventre d’acciaio delle grandi navi in costruzione o le centinaia di container che navi intercontinentali scaricano senza sosta ai bordi dell’immobile Laguna. Attraverso le vite di operai, manager, camionisti e della cuoca dell’ultima trattoria del Pianeta Marghera, le immagini di Andrea Segre ci aiutano a capire cosa è rimasto del grande sogno di progresso industriale del Pianeta Italia.

 

«Negli ultimi due anni a chiunque io abbia detto che stavo lavorando ad un film su Marghera la risposta era sempre: “Ah, perché esiste ancora Marghera?”. Le tante ferite e le tante crisi che hanno attraversato questa zona industriale, come molte altre in Italia, hanno costruito una grande rimozione nazionale. Crediamo che in quegli spazi non ci sia più nulla, più nessuno. Invece non è così. Per me fare cinema documentario significa entrare in mondi dove di solito non possiamo o non vogliamo entrare.» – Andrea Segre


«Il cinema di Segre ci fa scoprire quello che della vita esiste in un posto come Marghera che resta oggi uno dei più dimenticati d’Italia. Il pianeta in mare, come lo sbarco di un’astronave su un corpo celeste, svela la vita, ne conquista una visione quotidiana e ne rende testimonianza in questo tempo. Il film costruisce il suo sguardo anche su questa nuova comunità di immigrati con sogni e desideri del tutto simili a quelli dei loro predecessori, pur nella sempre difficile convivenza di culture. Il film diventa occhio indiscreto che cerca l’inesplorato e pur non trasformando il luogo in mito, resta indelebile la potenza del ventre di una nave mentre si assembla con un’altra sua parte o quella di una struttura o di un condotto metallico che sembra vivere di vita propria.»
– Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi

 

Leggi il ☛ pressbook

Date: