1945

UN FILM DI Ferenc Török
UNGHERIA, 2017, 91′

Con Péter Rudolf, Eszter Nagy-Kalozy, Bence Tasnádi, Tamás Szabó Kimmel, Dóra Sztarenki
Soggetto: Gábor T. Szántó
Sceneggiatura: Gábor T. Szántó, Ferenc Török
Fotografia: Elemér Ragályi
Montaggio: Béla Barsi
Musica: Tibor Szemzo
Produzione: Katapult Film
Distribuzione: Mariposa Cinematografica, Barz and hippo

Premi e Festival: Berlinale, Washington Jewish FF (miglior film di fiction), Budapest Titanic IFF (premio del pubblico), Jerusalem IFF (premio Yad Vashem)

V.O. ungherese, russo, sottotitoli in italiano

 

In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe occupazioniste sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente la paura e il sospetto che i tradimenti, le omissioni e i furti, commessi e sepolti durante gli anni di conflitto, possano tornare a galla.

 

«Si tratta di un tragico periodo storico in cui tutti sono collegati in un modo o nell’altro. Tuttavia non ero guidato da una storia personale di famiglia; qui è tutta finzione, a differenza dei miei film precedenti. Direi piuttosto che il mio legame con la storia sta nel fatto che ne sono stato catturato. Il racconto di Szántó coglie una prospettiva della situazione storica completamente diversa rispetto a qualsiasi altra cosa che abbia mai letto prima. Penso al tema del nuovo inizio e a come la società deve superare il trauma, iniziare un nuovo viaggio, affrontare il passato e intraprendere una nuova vita.» – Ferenc Török

 

«Un approccio cinematografico nuovo e intelligente su un argomento difficile che affronta con sottili varietà di sfumature un periodo di transizione nella storia ungherese.» – Alissa Simon, Variety

«Il sottile e suggestivo film ungherese di Ferenc Török, ripreso in un bellissimo bianco e nero ad alto contrasto, è un film sull’Olocausto costruito, più o meno consapevolmente, su un capovolgimento dei tropi del western, perfino nel ticchettio degli orologi che si avvicinano a mezzogiorno.» – Ben Kenigsberg, The New York Times

 

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